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SULLA VIA DELLA SETA
I cavalli celesti del Ferghana


La prima regione che da Kashgar si raggiungeva era quella del Ferghana, famosa in tutto il mondo asiatico per la particolare razza di cavalli qui allevati e che gli imperatori cinesi della dinastia Han credevano addirittura una "stirpe del cielo". Fu Zhang Qian, l'inviato cinese in Asia Centrale, che riferí per primo all'imperatore Wudi di aver visto con i propri occhi i celebri cavalli del Ferghana, che si diceva sudassero sangue, essere estremamente resistenti e superiori a tutte le altre razze conosciute. L'imperatore aveva bisogno di questi cavalli soprattutto per allestire validi reparti di cavalleria con cui fronteggiare i nomadi Xiongnu sul loro stesso terreno e combatterli con la loro stessa arma: il cavallo, da sempre fedele compagno e principale mezzo di sostentamento per i nomadi delle steppe ma scarsamente rappresentato negli eserciti cinesi, dove prevalevano i reparti di fanteria. Wudi, al quale un oracolo aveva preannunciato che i cavalli a lui necessari sarebbero venuti dall'Estremo Occidente, inoltrò dunque numerose richieste per avere i celebri cavalli, accompagnate da relativi doni recati dai propri ambasciatori, presso il re di Dayuan, il nome con cui i Cinesi chiamavano il Ferghana. Il re tuttavia rifiutò e l'imperatore cinese inviò nel 104 a.c. un esercito guidato dal generale Li Guangli di 6.000 uomini, che tuttavia non riuscí a espugnare la capitale del regno di Ferghana. Solo con una seconda campagna, e grazie a un esercito di 60.000 uomini, Wudi riuscí , dopo quattro anni di assedio, nel suo sogno: quello di portare in Cina i "cavalli celesti" e di garantirsi un tributo annuo di questi preziosi animali, ma nonostante portarono con sé anche erba medica da seminare, i "cavalli celesti" non riuscirono ad acclimatarsi in Cina.

E la storia continua con altri articoli....


Gli Akhal-tekè nei graffiti dell'Asia Centrale


Statua di Bronzo


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